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Hakim Ichichi:

L’imprenditore marocchino spiega le difficoltà incontrate per avviare l’attività commerciale

pubblicato il 30/04/2010
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Hakim Ichichi:

L’imprenditore marocchino spiega le difficoltà incontrate per avviare l’attività commerciale

Hakim, qual è stata la vostra esperienza nell’aprire un’attività commerciale? Che tipo di problemi avete incontrato?
Ichichi Hakim (Imprenditore): Allora, i primi problemi che abbiamo trovato è che i proprietari dei locali non ci danno fiducia. Appena lo chiami e si sente che sei uno straniero non ci dà la fiducia, non vuole neanche fare una seduta con te per parlare, per qualcosa. Piano piano sempre stanno gli italiani che ci vogliono bene, che chiamano, fanno vedere il posto, fanno la garanzia, fanno il nome. E grazie a Dio, diciamo questo proprietario è stato disposto perché anche se ho dato una fiducia all’inizio poi hanno capito che non è da dove viene la persona., la persona si dimostra piano piano che onesto e si può essere straniero che paga l’affitto o italiano che non paga l’affitto, è uguale. La persona non si giudica da dove viene, ma come sei. Capito.

A livello burocratico, invece?
Normale, perché all’inizio il kebab a Foggia non ci sta e noi siamo stati i primi. Andare a un sanitario o andare al Comune e dici che io voglio fare un kebbaberia ti dicono "Ma che cos’è il kebab?". E devi spiegare con i gesti se lui è andato fuori d’Italia, o andato al Nord o in altro Paese può vedere il kebab. E piano piano ho dovuto dire una rosticceria, così ho potuto avere la licenza, anche se mi chiedono tanti documenti. E vai la, vai la. Sta la persona che ci aiuta, la persona che non vuole rompere la testa. E dipende. Ma in generale a livello sanitario, a livello del Comune ho trovato persone che vogliono aiutare gli stranieri da integrare in Italia e fare questa attività.

Il vostro è un esempio che l’integrazione è possibile, che i cittadini migranti possono lavorare in Italia e creare le conoscenze del loro Paese di provenienza.
Sì, ma questo dipende sempre dallo straniero, perché noi siamo tutti uguali. Come prima gli italiano vanno fuori dall’Italia per lavorare, per dimostrare, anche loro in quel momento fanno tante cose che non vanno bene in quel Paese. Come puoi trovare anche qui stranieri che vengono e fanno brutta figura, ma non siamo tutti uguali. Dipende dalla voglia, dipende dalla volontà, dipende dal livello di studio che hai fatto in Marocco, dipende dall’educazione che le famiglie ci hanno dato. Tutto questo, diciamo che fa una persona. Noi siamo venuti qua per lavorare, per integrare e portare i nostri figli qua. Perché se io vengo da un altro Paese per dare fastidio, per non lavorare è meglio rimanere la.


La kebbaberia Casablanca, dunque, è diventato un punto di riferimento per quanti desiderano assaggiare questa specialità araba. E di sicuro, ha permesso anche alle autorità igienico-sanitarie italiane di avvicinarsi e conoscere le nuove culture che attraverso l’apertura di negozi, ristoranti e locali favoriscono l’integrazione dei cittadini migranti.

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