Razi Mohebi, il regista afghano che racconta i migranti
L’autore, che è anche rifugiato politico, ha presentato il mediometraggio ’Reame del nulla’
Per i cittadini migranti che vivono in Italia non sempre è facile trovare una casa. Così come sono pieni di ostacoli i percorsi di integrazione sociale e lavorativa. Per questo, i migranti molto spesso rischiano di essere emarginati, rifiutati e vivono in uno stato di sofferenza. Di malinconia. Lo sa bene
Razi Mohebi, regista afgano e rifugiato politico, che ha affidato al mediometraggio
’Reame del nulla’ le confidenze più intime che rievocano il suo essere migrante in una nazione a volte capace di dimenticare i valori dell’accoglienza e della tolleranza.
Quello di Razi è un
film poetico che attraverso la musica, i silenzi e gli sguardi dei protagonisti racconta le difficoltà dei migranti di trovare un alloggio. Ma anche le terribili condizioni di vita in cui versano gli emarginati, i diseredati, i poveri. Focalizzando l’attenzione sul muro d’indifferenza alzato dalla ’cosiddetta gente per bene’ che fa fatica ad ascoltare chi vive ai margini, a comunicare con loro. Anche se il lieve messaggio di speranza invocato dall’autore, fa da sfondo a questa amara storia di solitudine. E lo stesso Razi non nasconde che la pellicola conserva alcuni tratti autobiografici.
Razi Mohebi Ci sono degli aspetti autobiografici in questo film perché io ho passato più di vent’anni della mia vita come immigrato in altri Paesi. Per questo vorrei raccontare i dolori, i bisogni, la volontà di una persona che emigra. L’immigrazione è un fenomeno naturale della società. La cultura è come un giardino, come un albero di mele dove ci sono i diversi gusti, i diversi colori. Gli immigrati sono come le api: se emigrano spostano i gusti, i colori dei diversi alberi. E senza queste api non puoi avere la diversità. La cultura deve viaggiare. Se la cultura rimane immobile è destinata a morire. L’immigrazione è un fenomeno fondamentale per dare i diversi gusti, i diversi sapori. E rende più morbidi gli spazi, le differenze. Razi Mohebi è nato il primo gennaio del 1970 a Ghazni, in Afghanistan.
Fa parte dell’etnia hazara che da sempre ha subito massacri e persecuzioni. Il regista di ’Reame del nulla’, quindi, viene da un paese martoriato dalla guerra, in cui i Talebani avevano persino chiuso i cinema e neutralizzato ogni forma di cultura. E Razi a causa del suo impegno sociale e civile sviluppato attraverso la passione per il cinema, è stato minacciato, rapito e lasciato in fin di vita alla periferia di Kabul. Ma non si è dato per vinto, non ha rinunciato alla sua arte ed ha proseguito la sua attività cinematografica realizzando altri documentari e cortometraggi.
Razi Mohebi La prima immagine che vidi quando tornai in Afhanistan furono i televisori, le cassette video e quelle musicali buttate per la strada. Fu un’immagine impressionate: la negazione dei media e di ogni forma di comunicazione, espressione, creatività. Un popolo senza immagine è un popolo senza memoria. Un popolo morto. Per questo Razi non si ferma.
E con sua moglie Soheila continua ad affidare al cinema la sua voglia di raccontare, di denunciare. Come in ’Reame del nulla’. Il film ha partecipato alla 66° Mostra del Cinema di Venezia e ad altre rassegne cinematografiche ottenendo diversi riconoscimenti importanti.
link:
Razi Film House