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I materassi dell’Anolf per i migranti di Rignano

E parte la disinfestazione nei casolari per problemi di natura igienico-sanitaria

pubblicato il 04/06/2013
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I materassi dell’Anolf per i migranti di Rignano

E parte la disinfestazione nei casolari per problemi di natura igienico-sanitaria

Cosa manca nel cosiddetto Ghetto di Rignano per migliorare l’accoglienza dei migranti? Acqua potabile, servizi igienico-sanitari, abitazioni confortevoli, dignità. Per gli oltre cinquanta immigrati che vivono nel casolare diroccato a dodici chilometri da Foggia, “la situazione è catastrofica”. Lo ripete con forza Malang Ndiaye, del Senegal, da tre anni in Italia, che rileva le difficoltà in cui vive con i suoi coinquilini. “Siamo lontani dalla città, lontani dai luoghi di lavoro, non abbiamo acqua potabile, mancano i servizi igienici, non ci sono bagni chimici. E quando lavoriamo, riceviamo una paga di tre euro all’ora”. Ma non solo, perché alle normali difficoltà alloggiative vanno ad aggiungersi disagi di natura igienico-sanitaria.

Come la presenza delle cimici, che si sono annidate anche nelle fessure dei muri, nei materassi, nell’abitazione. Per questo, padre Arcangelo Maira, dell’ufficio Migrantes della diocesi di Manfredonia, ha predisposto un servizio di disinfestazione del casolare. E nell’occasione, l’Anolf Cisl di Foggia ha regalato 60 materassi ai migranti ricevuti in dono dalla ’Fondazione Maria Grazia Barone’.

I migranti arrivano dalla Guinea Bissau, dal Senegal, dalla Guinea Konakry. Hanno realizzato un bagno provvisorio e per mangiare hanno avviato un orto in cui coltivano pomodoro, mais, insalata. Per muoversi da un posto all’altro, invece, utilizzano le biciclette, anche se molte avrebbero bisogno di essere riparate, di una manutenzione continua. Ma forse, è tutto il villaggio che invoca un segnale di aiuto.

Perché la situazione che si vive al Ghetto di Rignano è allarmante. Con le Istituzioni sempre silenti, immobili, pur conoscendo bene quello che succede in questa fetta di Puglia. Per ricevere le cisterne d’acqua potabile ed i bagni chimici dalla Regione Puglia, per esempio, al momento non sono bastate neanche le ripetute sollecitazioni inviate da padre Arcangelo. Eppure, a breve il villaggio africano si riempirà di migranti, di lavoratori stagionali da impiegare nei campi. Lavoratori che sostengono l’economica della Capitanata ma che – anche a distanza di anni – non riescono a ricever le dovute attenzioni da parte delle Amministrazioni Comunali, della Prefettura, della Provincia.
e.m.














 
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