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Un calcio al razzismo con il Clandestino Day

Protagonisti della partita di pallone i migranti che vivono al Ghetto

pubblicato il 04/10/2012
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Un calcio al razzismo con il Clandestino Day

Protagonisti della partita di pallone i migranti che vivono al Ghetto

di Emiliano Moccia

Dare un ‘calcio’ al razzismo attraverso il pallone. Perché, lo sport ed il gioco del calcio possono favorire l'incontro fra culture diverse. Fra italiani e migranti. E, soprattutto, possono contribuire a rilanciare l’attenzione sulle difficili condizioni di vita dei lavoratori stagionali stranieri che arrivano nel foggiano per lavorare la terra. Come quelli che vivono al ‘Ghetto di Rignano', nel villaggio di cartone che ogni estate sorge a metà strada fra Foggia e San Severo. E sono stati proprio i migranti che vino al Ghetto i protagonisti del 'Clandestino Day', in torneo di calcio organizzato presso l'Opera San Michele. L'iniziativa è stata promossa dai volontari del campo 'Io C Sto' al termine della loro esperienza di servizio, in collaborazione con diverse realtà associative impegnate nel campo dell’accoglienza dei migranti.

Dopo un'intesa giornata di lavoro, con la sveglia che è suonata alle 4 del mattino, i migranti hanno avuto la forza di correre, giocare, sorridere. Per alcuni è stato un ritorno sui campi da gioco dopo tanti anni. Per tutti, comunque, è stata una serata di condivisione e di promozione dell’intercultura attraverso il pallone.
Claudio de Martino e Hassan Trabelsi dei Fratelli della Stazione raccontano la loro esperienza.

Alcune immagini del video sono state realizzate da Laura Longo.














 
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