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Stop Caporalato, la Cgil contro i “parassiti” che sfruttano i lavoratori

Il sindacato chiede che il caporalato sia configuratocome un reato penale

pubblicato il 21/07/2011
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Stop Caporalato, la Cgil contro i “parassiti” che sfruttano i lavoratori

Il sindacato chiede che il caporalato sia configuratocome un reato penale

Il caporalato deve diventare un reato penale. Al momento, infatti, chi sfrutta il lavoro di migranti ed italiani viene punito con una semplice ammenda amministrativa di 50 euro, mentre non vengono perseguiti coloro che si rivolgono ai caporali per procurarsi manodopera da impiegare nei campi agricoli o sui cantieri. Per questo, la Cgil dice ‘Stop Caporalato’. E lo fa girando l’Italia in lungo e in largo al fine di sollecitare il Parlamento italiano ad approvare una legge che assuma nel codice penale il reato di caporalato. Secondo i dati forniti dal sindacato, infatti, sono circa 400mila i lavoratori che vivono sotto caporale in Italia, il 90 per cento nel Mezzogiorno d’Italia. Anche per questo, per un mese le categorie dell’agroindustria e dell’edilizia, Flai e Fillea Cgil, hanno girato per la provincia di Foggia con l’obiettivo di incontrare i migranti, spiegare i loro diritti contrattuali e verificare il livello del fenomeno di sfruttamento.

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