20 febbraio 2018
L’accoglienza che verrà: idee, storie, suggestioni per raccontare il modello SPRAR
A Roma in programma la due giorni con gli operatori del Sistema di Protezione

Un confronto sul ruolo dell’operatore e sulle sfide future dell’accoglienza nei territori. Perché il ruolo dell’operatore dell’accoglienza diventa centrale per un sistema di accoglienza strutturato sui territori. "Siamo generatori di esperienze positive ed arricchimento per le nostre comunità". Queste le parole che hanno condotto ieri a Roma la Prima conferenza nazionale delle operatrici e degli operatori SPRAR - Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati Politici. Una due giorni (oggi la seconda parte del programma) organizzata dall’Anci con il Ministero dell’Interno, rivolto ai rappresentati di tutti i progetti SPRAR per cementare un linguaggio comune e una consapevolezza su quegli aspetti che caratterizzano, in ciascun progetto, il cosiddetto ’modello SPRAR’, oramai ampiamente riconosciuto anche fuori dai confini nazionali, proprio a partire dalle figure professionali coinvolte.
Sono gli operatori dei progetti che, nel quadro di natura pubblica garantita dalla titolarità dei Comuni, portano avanti la rete SPRAR con una professionalità e una dedizione che richiede di essere riconosciuta, raccontata e scambiata. Per questo, il doppio appuntamento nella Capitale è stata soprattutto l’occasione per condividere idee, esperienze e suggestioni. Perché come evidenziato all’Auditorium Parco della Musica “lo SPRAR guarda non solo all’empowerment delle persone in accoglienza ma anche dei territori verso nuovi percorsi di welfare, cittadinanza ed integrazione. Un modello anche per l’Europa”.
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